Lupo

Collana "Lupo" di Adriano Burelli: Un viaggio oscuro nell'animo umano I quattro romanzi della collana *Lupo* raccontano la vita di Seraphino, un pastore che ha scelto di isolarsi dal mondo, rifugiandosi in una solitudine quasi ancestrale, circondato unicamente dal suo gregge e dai fedeli cani maremmani. Il suo passato è segnato da un'infanzia tormentata, dominata dalle dinamiche distruttive di un padre violento e di una madre dolce ma sottomessa. Da bambino, Seraphino ha sviluppato un legame confuso e malsano con il concetto di amore, che per lui si è sempre mescolato con la brutalità. Questa ferita profonda lo ha spinto a fuggire dalle interazioni umane, trovando conforto soltanto nella natura, dove la crudeltà è schietta e priva di ipocrisie.

Seraphino vive in un paesaggio rurale che sembra fuori dal tempo, una realtà arcaica in cui uomo e animale coesistono in una simbiosi primordiale, come se il suo mondo fosse rimasto ancorato a un'epoca lontana, quasi medievale. La sua esistenza è intrappolata in una malinconia persistente, un'eredità oscura che lo perseguita, come un'ombra che non riesce a scrollarsi di dosso. Dentro di lui si agitano forze contrastanti: da un lato, la ricerca di pace e serenità; dall'altro, l'inquietante richiamo dei "geni criminali" ereditati dal padre, che lo costringono a vivere in un mondo in cui l'amore si mescola inesorabilmente con la violenza.

Il cuore dei ricordi più dolorosi di Seraphino è legato alla figura della madre, dolce e vulnerabile, intrappolata in un matrimonio distruttivo. Da bambino, si nascondeva nello sgabuzzino, osservando con occhi innocenti la relazione tra i genitori, incapace di comprendere pienamente la violenza che dominava la loro vita. Quel legame tossico è stato confuso nella sua mente come amore autentico, distorcendo la sua visione di ciò che significa amare. La sua infanzia è stata segnata dall'incapacità di distinguere tra amore e violenza, un'ombra che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita, portandolo a un'esistenza segnata da oscuri impulsi e desideri proibiti.

Questi ricordi, frammentati e dolorosi, emergono durante le lunghe giornate nei pascoli. Seraphino riflette sul significato dell'amore, domandandosi se l'unico esempio di affetto che abbia mai conosciuto, quello tra i suoi genitori, fosse davvero amore o solo un gioco di dipendenza emotiva, alimentato dalla paura e dal dolore. La risposta a questa domanda gli sfugge da sempre, ma una cosa è certa: ha evitato per gran parte della sua vita qualsiasi relazione con gli esseri umani, rifugiandosi tra gli animali, che almeno non tradiscono e non infliggono sofferenza in nome dell'amore.

Tra i suoi cani maremmani, Seraphino trova l'unico conforto autentico: un legame puro, privo di complicazioni emotive, basato su una lealtà istintiva e senza condizioni. La natura, nella sua semplicità brutale, gli offre una sicurezza che non ha mai trovato nel mondo degli uomini. Ma tutto cambia quando scopre un lato oscuro di sé, il desiderio perverso per "la dolcezza della carne fresca", una pulsione che lo porta a cercare le sue vittime tra i bambini, facendolo precipitare in un abisso di oscurità e perversione.

L'opera affronta temi complessi e profondi come l'alienazione, la natura umana, la crudeltà del ciclo naturale, la solitudine come condizione esistenziale e una giustizia distorta, più attenta a proteggere il criminale che a tutelare la vittima, creando l'impressione di un mondo capovolto. Il paesaggio naturale assume il ruolo di un vero e proprio personaggio, la cui bellezza selvaggia e minacciosa riflette il tormento interiore di Seraphino. Le sue interazioni con il mondo esterno, rare e dense di tensione, svelano la sua incapacità di riconnettersi a una società che ha scelto di abbandonare, alimentando incomprensioni e conflitti.