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Era sera, la redazione era vuota, squilla il telefono, rispondo, e una voce dice: "Mi chiamo Pierino Cieno, ho 54 anni, sono nato a Tirana nel 1951 ma sono italiano. I miei genitori sono italiani. Mio padre, ingegnere, lavorava per la rico-struzione del paese balcanico. Nel 1951, avevo appena un anno, scoppia una bomba nell'ambasciata sovietica di Tirana. Viene accusato mio padre insieme ad un gruppo di italiani...Vengono rimpatriati dopo un processo sommario. Erano tutti innocenti. Io e mia madre avremmo dovuto seguirli dopo circa una settimana. Invece, mentre il traghetto, con il suo carico umano, si staccava dal porto di Durazzo, io e mia madre venivamo condotti a Saver. Un campo di internamento disperso nelle campagne d'Albania. Ne siamo usciti solo nel 1989, dopo 38 anni. C'erano centinaia di civili italiani. Si erano semplicemen-te dimenticati di noi... Mi sono sposato in un gulag, ho avuto dei figli in un gulag, mi sono aggrappato all'unica immagine che avevo di mio padre e sono sopravvissuto con un unico obiettivo...riabbracciarlo un giorno. Ho sognato l'Italia ogni notte della mia vita..." -
Giuseppe Laganà, giornalista professionista della Rai e inviato del programma Presa Di-retta, ha realizzato reportage per numerose trasmissioni di inchiesta e approfondimento. Ha scritto "Il manuale dello scroccone" (Castelvecchi Editore) e "Il futuro elettrico" insieme a Marcello Brecciaroli (Edizioni Dedalo). Chitarrista e compositore, ha pubblicato con Hi-Qu Music l'album "Scirock" della band Plasma e il singolo "Your Mud" del progetto musicale Brancaleone. Inoltre, ha composto musiche per documentari.
Pierino Cieno è stato internato per oltre trent'anni nei campi di lavoro in Albania. Ha la-vorato presso l'Ufficio Tributi del Comune di Rieti e successivamente come direttore com-merciale per un'azienda di alta moda. Oggi si dedica al tennis insieme alla sua quarta figlia, Altea, vivendo quella che definisce la sua "terza vita".